Il mostro dentro di noi
Si dice che un mostro aleggi sopra le nostre teste. Oggi ho capito che il mostro è dentro di noi, per davvero. Sì, dentro gli altri, ma anche dentro di me. Violenze sessuali, figli partoriti e strappati alla madre – con la connivenza del padre e del marito della donna che non riescono ad accettare rispettivamente un figlio e un nipote che non abbia l’imprinting del loro sangue – e poi ritrovati. Mogli che non riescono a parlare con i mariti o che parlano a uomini che non esistono più, non perché siano morti e sepolti ma perché nel frattempo si sono ammalati e quindi trasformati: dal tempo, dalle sofferenze, o magari dalla fatica di vivere senza un pezzo del loro corpo, portato via dal cancro. Per finire molto in alto nell’albero genealogico, passando per generazioni di cugini, zii, nonni e parenti sempre più lontani, più o meno drogati, più o meno bevuti, piccoli e grandi giocatori d’azzardo, in un cumulo aggrovigliato di energie non sempre positive e spolverate di magia su cui ci sarebbe molto da discutere. Immaginate l’immondizia di Napoli lasciata macerare per qualche decina d’anni tra cui ritrovare la ricevuta intatta di un pagamento importante.